Testimonial

Benedetta, Campionessa Fit Body WNBF Italy e Figure WNBF Germany

Da pochi giorni si sono spenti i riflettori sul palco del 35° mondiale WNBF e Annalisa mi ha chiesto di raccontare la mia esperienza agonistica per il suo sito. Questa richiesta mi ha emozionata tantissimo: non potevo crederci… un articolo che parla del mio percorso pubblicato accanto a quelli di campionesse di alto livello!

Cercherò di raccontare questa mia avventura nel migliore dei modi.

Il prima

Tutto è cominciato da un’intuizione che si è trasformata in obiettivo ed è poi diventato sogno.

Premetto che sono sempre stata una bambina/ragazzina estremamente sportiva; ho iniziato a fare danza classica e a sciare all’età di cinque anni. Ho proseguito con la danza per 15 anni per poi passare a sport di endurance: ciclismo, corsa e tutto ciò che era “cardio” allo stato puro… perché “i pesi ti fanno diventare un uomo!”

Dal punto di vista dell’alimentazione ero ancorata ai più comuni falsi miti, come “i carboidrati fanno ingrassare”, oppure “i grassi portano grasso”.

La conseguenza di tutto questo è stata ritrovarmi “secchissima” e senza un minimo di forme. Fisicamente non mi piacevo per niente, non ero appagata dall’alimentazione che seguivo (totalmente insostenibile e privativa) ed ero schiava di un’attività fisica massacrante, che non mi appassionava e mi stava letteralmente consumando.

La svolta

La sera del 13 luglio 2016 ero in vacanza al mare (naturalmente in un villaggio turistico con una palestra ben attrezzata soprattutto per le macchine da cardio… perché di stare senza non se ne parlava nemmeno!) e dopo cena, curiosando su Facebook, sono inciampata nella diretta di un “signore” che, con tono molto autorevole, parlava di alimentazione e allenamento: i miei argomenti preferiti! Così mi sono messa ad ascoltare… questo “signore” era Luigi Colbax.

Luigi ha iniziato a citare atleti preparati da lui nel corso della carriera dicendo di essere stato fortunato perché ha sempre avuto il piacere di collaborare con delle “Ferrari”. Tra i vari atleti menzionati ha fatto il nome di Annalisa.

Annalisa Ghirotti… mi è rimasto talmente impresso che, finita la diretta, ho pensato “voglio proprio andare a vederla questa Ferrari!”

Così sono andata sul suo sito. In quel preciso momento la mia testa ha prodotto un pensiero chiaro e preciso: “VAI DA LEI! È LEI!”

Da quella sera avevo un obiettivo: essere accettata da Annalisa come atleta!
Non mi importava quanto tempo sarebbe stato necessario, non mi interessava cosa avrei dovuto fare per arrivare a lei, sapevo solo che era quello che volevo!

Così il giorno successivo sono andata in palestra come sempre, ma sono entrata in SALA PESI! Era il 14 luglio 2016 e quello è stato il primo (rudimentale) allenamento della mia vita… da allora non ho più smesso.

Per prepararmi alla consulenza

Ero consapevole che per essere accettata da Annalisa come atleta avrei dovuto sradicare tanti limiti mentali rispetto ad alimentazione e allenamento e, soprattutto, avrei dovuto imparare ad allenarmi!

Prima ancora di rientrare dalle ferie contattai un caro amico e personal trainer che lavorava nella palestra che frequentavo all’epoca, chiedendogli di prepararmi un programma. Lui credeva (conoscendomi) che stessi scherzando! Invece ero decisissima!!!
Tornata a casa iniziai immediatamente il mio programma, sia alimentare che di allenamento; era difficile demolire le abitudini sedimentate per anni, ma avevo chiaro il mio obiettivo e nessuna intenzione di mollare!

Non meno difficile è stato imparare a mangiare in modo equilibrato inserendo carboidrati e grassi. Naturalmente ero ancora lontana dalle quantità che ho raggiunto successivamente, ma poco a poco prendevo consapevolezza, acquisivo fiducia e abbattevo muri!

Oltre a imparare ad allenarmi e a nutrirmi avevo bisogno di capire cosa stavo facendo e cosa andava fatto! Iniziai a studiare: lessi i libri Le piramidi di E.Helms e seguivo tutte le dirette che Annalisa e Kristian facevano (Casa Peaking).
Ogni contenuto che riuscivo a reperire era prezioso e mi serviva per imparare a fare le cose fatte bene!

Finalmente nell’estate del 2020 trovai il coraggio di mandare un’e-mail ad Annalisa e poco dopo lei mi rispose!

I diari e il primo incontro

Nella mail di risposta Annalisa mi ha illustrato il suo metodo di lavoro: era necessario un periodo iniziale di raccolta dati molto precisa, successivamente ci sarebbe stata la consulenza con il test di valutazione del livello di fitness. Io ero prontissima perché, aspettando da tre anni questo momento, sapevo che avrei dovuto “tracciare” i macronutrienti, tenere un diario con peso, misure, temperatura corporea e che ci sarebbe stato questo incontro di valutazione.

Parma e l’incontro con il power lifting

 Nel periodo di raccolta dati Annalisa mi chiese di filmare alcuni esercizi che svolgevo in palestra: squat, stacco da terra, panca piana, trazioni, military press e rematore. Nessun problema: io conoscevo questi esercizi e già li facevo… li facevo con una tecnica che si rivelò essere molto fantasiosa.

Così Annalisa mi suggerì di andare a Parma da Elisa Vinante, campionessa del mondo di power lifting, per rivedere la tecnica corretta di queste alzate. Io non sapevo cosa fosse il power lifting… probabilmente immaginavo qualcosa di intermedio tra un grasso pesista cinese e Ivan Drago di Rambo… ma in fondo non mi interessava molto: sarei andata a pescare i tonni in mare aperto se mi avesse detto di farlo.

Così mi presentai alla Barbarians power lifting.
Elisa si rivelò essere molto diversa dalla specie di “vichinga” che avevo immaginato! Una ragazza forte e femminile al tempo stesso, una campionessa di altissimo livello, ma umile ed estremamente disponibile. Insieme a lei feci due ore di caoching individuale: in quelle ore mi resi conto di quanto ero incompetente e debole.
Elisa mi spiegò che fungeva da “imbuto”: se lei valutava che un potenziale atleta non era idoneo lo avrebbe segnalato ad Annalisa.

E lì iniziai nuovamente a preoccuparmi, visto quanto stavo dimostrando di essere scarsa! Alla fine, (contro ogni aspettativa) Elisa disse che io andavo bene!
In quel momento pensai: “Se dicono di sì a me, pensa come stanno messi quelli a cui dicono di no!”
Andai a casa con un primo programma elaborato da Elisa e attesi il giorno della mia consulenza.

In quelle settimane cercai di essere il più precisa possibile aspettando il grande giorno.
E finalmente arrivò: il tanto atteso 13 novembre 2020! Ricordo di essere partita da casa con largo anticipo e di essere arrivata Forlì molto prima dell’orario dell’appuntamento. Mentre aspettavo in macchina il momento di entrare ero agitatissima: avevo paura di “non essere abbastanza”. Quando suonai alla porta del Natural Peaking Lab fu Annalisa stessa a venire ad aprire… Ce l’avevo fatta Lei era lì davanti a me: percepii di aver salito il primo gradino di una lunga e avventurosa scala!

La consulenza insieme al biologo nutrizionista fu molto lunga e dettagliata; raccontai loro il mio trascorso sportivo, i motivi per i quali ero lì e cosa desideravo ottenere. Infine, Annalisa mi domandò se c’erano delle ragioni per le quali avrei avuto difficoltà a seguire il programma; la mia risposta di getto fu:  “mi devono sparare”!
Il test di valutazione fitness andò piuttosto bene e al termine di quel pomeriggio Lei mi disse che potevamo iniziare! Ero alle stelle!

L’inizio e la fase di costruzione

Dopo pochi giorni dal nostro primo incontro (dove ero risultata estremamente magra, per non dire secca!) Annalisa mi inviò l’allenamento e l’alimentazione elaborata in collaborazione con il biologo nutrizionista. Mi spiegò tutto dettagliatamente e analizzammo insieme tutti gli esercizi che componevano il mio programma.

Dal punto di vista alimentare era necessario affrontare una fase di costruzione metabolica, “alzare i giri del motore”: dovevo imparare ad allenarmi bene in modo da veicolare al meglio le calorie, favorendo l’anabolismo. Ero consapevole che sarei cambiata, non avrei più avuto gli addominali a vista, il peso sarebbe aumentato e, in un certo senso, mi sarei vista “peggiorare” per riuscire poi a raggiungere una forma mai avuta prima. 
Ero consapevole di tutto… però un conto è immaginare e un conto è vivere le situazioni. Per una donna abituata a vedersi sempre con pochissimo grasso addosso non è tanto semplice accettare questo tipo di cambiamento. Questo è stato un passaggio piuttosto difficile.

Ogni mese andavo al controllo da Annalisa, lei era super felice perché, dopo un periodo iniziale nel quale più mi dava da mangiare più io mi “tiravo”, finalmente il mio corpo iniziava a rispondere agli stimoli e stavo aumentando di peso in parallelo con una migliore performance in allenamento.
Io però andavo a casa e spesso piangevo perché non mi riconoscevo più allo specchio, i vestiti non mi andavano più bene e stavo toccando un livello di peso mai raggiunto… Sapevo che era necessario questo passaggio, sapevo che il peso è solo un numero fornito da uno strumento, ma per me era pesante da accettare fino in fondo.

Il mondo della forza

A luglio 2022 Annalisa e Kristian organizzarono a Forlì una giornata di coaching concentrata sulle alzate di forza tenuta da uno dei trainer Natural Peaking: Pasquale Montagano. Naturalmente non me lo feci ripetere due volte!

Ebbi l’enorme privilegio di conoscere questo allenatore di grande levatura, atleta e oggi compagno di team, che è stato capace, con una competenza e una pazienza infinite, di dare una svolta determinante al mio percorso. Pasquale mi ha fatto innamorare delle alzate di forza, mi ha reso curiosa di questo mondo, mi ha insegnato a spingere davvero sotto carico; a non essere succube del bilancieren ma riuscire a utilizzarlo in modo efficiente. E, cosa ancora più rara e preziosa, è riuscito a trasformare dei semplici comandi verbali in sensazioni… una capacità che lo rende un grandissimo top coach italiano!

Dopo quella giornata decidemmo di modificare in modo determinante la mia programmazione: Annalisa sarebbe stata affiancata nella stesura del mio allenamento da Pasquale. Così iniziai ad allenarmi con una frequenza di 5 volte a settimana concentrandomi principalmente su squat, panca e stacco.

Pasquale in quella giornata di formazione mi aveva trasmesso la passione verso il mondo del Power Lifting ed ero curiosa di capire a fondo cosa stessi facendo e perché. Decisi così di iscrivermi al corso AIF di primo livello. Andai a Roma per quattro fine settimana ed ebbi la possibilità di interfacciarmi con i migliori atleti e allenatori del panorama del Power Lifting nazionale e internazionale.

Concluso il corso di primo livello con successo, avrei dovuto iniziare il cut e la preparazione verso la mia prima stagione agonistica. Però mi resi conto che non era ancora abbastanza…
Nonostante il desiderio di gareggiare fosse grande, ero consapevole di dover portare a termine sia il mio percorso di formazione sia la fase di costruzione: se c’è una cosa che ho imparato da questo viaggio è la pazienza!

Espressi queste mie riflessioni ad Annalisa e lei si dimostrò pienamente d’accordo con me. Così continuai il mio percorso formativo iscrivendomi al corso AIF di secondo livello e portando avanti la collaborazione con Pasquale, al fine di completare nel miglior modo possibile la fase di costruzione.
Questo viaggio attraverso il mondo della forza è stato estremamente prezioso per il mio percorso, perché mi ha insegnato a gestire il carico, a spingere davvero contro resistenza e a spostare il focus dall’estetica alla performance (vivendo con entusiasmo una fase difficile). Ha reso il mio corpo più forte e con esso anche la mia mente.

Non bastano i grazie ad Annalisa e Pasquale per avermi tenuta per mano in questa fase di formazione, perché ne ho giovato non solo come atleta ma soprattutto come persona!

Pasquale in quella giornata di formazione mi aveva trasmesso la passione verso il mondo del Power Lifting ed ero curiosa di capire a fondo cosa stessi facendo e perché. Decisi così di iscrivermi al corso AIF di primo livello. Andai a Roma per quattro fine settimana ed ebbi la possibilità di interfacciarmi con i migliori atleti e allenatori del panorama del Power Lifting nazionale e internazionale.

Concluso il corso di primo livello con successo, avrei dovuto iniziare il cut e la preparazione verso la mia prima stagione agonistica. Però mi resi conto che non era ancora abbastanza…
Nonostante il desiderio di gareggiare fosse grande, ero consapevole di dover portare a termine sia il mio percorso di formazione sia la fase di costruzione: se c’è una cosa che ho imparato da questo viaggio è la pazienza!

Espressi queste mie riflessioni ad Annalisa e lei si dimostrò pienamente d’accordo con me. Così continuai il mio percorso formativo iscrivendomi al corso AIF di secondo livello e portando avanti la collaborazione con Pasquale, al fine di completare nel miglior modo possibile la fase di costruzione.
Questo viaggio attraverso il mondo della forza è stato estremamente prezioso per il mio percorso, perché mi ha insegnato a gestire il carico, a spingere davvero contro resistenza e a spostare il focus dall’estetica alla performance (vivendo con entusiasmo una fase difficile). Ha reso il mio corpo più forte e con esso anche la mia mente.

Non bastano i grazie ad Annalisa e Pasquale per avermi tenuta per mano in questa fase di formazione, perché ne ho giovato non solo come atleta ma soprattutto come persona!

La preparazione e la stagione agonistica: dalla selezione al mondiale

A metà gennaio 2024, dopo il check mensile, Annalisa pronunciò la tanto attesa frase: “da domani entriamo in preparazione!”
Mentre tornavo a casa cantavo!!! Finalmente!!!

Ma, visto che a me le cose facili non sono mai piaciute, il giorno successivo ho pensato bene di fratturarmi due metatarsi del piede destro… Nella sala d’attesa dell’ospedale piangevo. Non per il male, ma perché non volevo rinunciare al mio sogno.
Scelsi di utilizzare un tutore al posto del gesso e chiesi ad Annalisa di portare avanti ugualmente la preparazione. Lei modificò il mio programma in modo da poter allenare le gambe senza caricare in modo diretto il piede, e inserimmo un’ora di pedalata leggera al giorno per compensare il mancato neat e non abbassare ulteriormente le calorie.
Superato questo inizio abbastanza in salita, tutto il resto della preparazione è stato estremamente lineare. Grazie alla lunga fase di costruzione sono partita da una normo calorica di tutto rispetto e questo mi ha permesso di arrivare alla selezione di settembre senza particolari estremismi e senza soffrire eccessivamente la fame.

Il ricordo di quel primo palco sarà per sempre indelebile. La prima volta che entrai al teatro Verdi di Cesena fu nel 2021: dalla platea ammiravo gli atleti sul palco e applaudivo la mia compagna di team e amica Giorgia G.; tre anni dopo, con la pelle colorata e il costume di brillantini, ero io quella pronta per la gara!

Con Annalisa abbiamo deciso di gareggiare come Figure Absolute Beginner, Figure Master, Fit Body Absolute Beginner e Fit Body open. Quattro categorie alla prima gara in assoluto, per rompere il ghiaccio e raccogliere il feedback della giuria in modo da ricevere un’indicazione su quale fosse la categoria che più mi rispecchiava.
Ciò che non mi aspettavo era di portare a casa quattro primi posti e un assoluto nella categoria Figure open!

Ricordo le gambe molli per l’emozione, il primo passo che ho fatto sul palco, l’odore del tan, le lacrime della mia mamma, le grida degli amici dalla platea, la voce di Kristian che pronuncia il mio nome, l’abbraccio di Annalisa e lo sguardo del mio compagno… mai avrei immaginato un esordio del genere!

Qualificata a pieni voti per il campionato di Bellaria, abbiamo pensato di gareggiare sia come Fit Body che, come Figure Master e Figure open. Anche questo secondo palco mi ha riservato sorprese ed emozioni indescrivibili a parole. Indiscutibilmente i risultati agonistici sono stati fonte di immensa felicità ma, la fortuna di conoscere persone straordinarie, atleti incredibili, professionisti del settore che mi hanno trasmesso e insegnato tantissimo e che oggi ho il privilegio di poter chiamare amici sono stati sicuramente il premio più raro e prezioso!

Dopo Bellaria, avendo vinto la pro-card come Fit Body, abbiamo deciso di partecipare come Figure amateur al campionato in Germania e di chiudere la stagione agonistica con il “botto”: il Mondiale a Boston!
Avere la possibilità di prendere parte a queste competizioni era per me fonte di felicità piena. Erano palchi che avevo visto dalla platea o dai social e poter salire “la sopra” accanto ad Atlete molto esperte e qualitative era già di per sé un privilegio.
Anche in questo caso sono partita da casa con l’unico desiderio di dare il meglio che potevo per regalare delle belle emozioni a tutte le persone che da mesi si stavano spendendo per me: la mia famiglia, la mia straordinaria preparatrice, gli amici, i compagni di team e il mio compagno di vita.

Tra il campionato di Bellaria e il campionato in Germania sono trascorse tre settimane; successivamente ne sono passate altre tre prima del Mondiale. Era necessario decidere a quale delle due competizioni dare precedenza per progettare il picco di condizione. Naturalmente l’obiettivo è stato Boston.

Per la gara in Germania non abbiamo fatto nessuna peak week ma semplicemente portato avanti la preparazione come se nulla fosse: non ho fatto nessuna ricarica particolare, mi sono presentata semplicemente com’ero in quel momento. La strategia di Annalisa ancora una volta si è mostrata vincente, infatti, il look presentato a Loisachalle rispondeva al canone “Figure” mentre, proseguendo con la preparazione, sono arrivata a Boston con un “tiraggio” più marcato come richiesto dalla categoria “Fit Body”. 

Nuovamente quello che ho portato a casa è stato inatteso: ho vinto la categoria Figure master e la categoria Figure open aggiudicandomi una seconda pro-card, quella nella categoria Figure!

Nelle settimane tra la gara in Germania e il mondiale ho raggiunto un livello di massa grassa molto basso e questo mi ha permesso di iniziare gradualmente a ricaricare per “riempirmi” in vista della competizione più prestigiosa di tutte. 
In questo modo sono arrivata in America con un budget calorico di tutto rispetto, quasi ai livelli dell’off season.

A questo punto del mio racconto è necessaria una sottolineatura per me fondamentale: una preparazione agonistica non è una passeggiata di salute; è un percorso impegnativo che richiede determinazione, passione, precisione, disciplina e fiducia nel proprio preparatore. Un percorso di questo tipo è caratterizzato da fasi alterne di alti e bassi, è un cammino introspettivo, un percorso alla scoperta di sé stessi e di fin dove si può arrivare (…come mi anticipò all’inizio della preparazione una mia grandissima amica e bellissima bikini Silvia B.). Però, SE si ha la fortuna di essere guidati da un coach che sa cosa fare e come è possibile affrontarlo in modo più gestibile, limitando i “sides” negativi e, soprattutto, affrontando in maniera equilibrata il post gara.

Nel mio caso Annalisa ha per prima cosa progettato un grandissimo lavoro di costruzione fisica e metabolica (non si fa in settimane o mesi ma ci vuole tempo!); questo mi ha permesso di non scendere mai, in nessuna fase della preparazione, a livelli calorici eccessivamente bassi. Non sono stati fatti estremismi né sul piano alimentare, né per quanto riguarda l’allenamento. La categoria Fit Body, che è quella nella quale ho gareggiato a Boston, richiede un tiraggio molto marcato. Per raggiungere questa condizione sicuramente ho messo molto impegno e molta disciplina, ma non ho mai sofferto una fame assurda, ho avuto la possibilità di consumare sempre alimenti di mio gusto, non mi sono dovuta distruggere di cardio, ho sempre dormito tanto la notte e in modo qualitativo. Chiaramente le fasi finali prima del mondiale sono state impegnative perché iniziavo ad essere stanca…nella vita io non faccio l’atleta (purtroppo) ma ho un lavoro piuttosto impegnativo e di responsabilità (sono insegnante di scuola dell’infanzia) e ho una famiglia; pertanto, far combaciare ogni aspetto della quotidianità familiare e lavorativa con l’allenamento, la preparazione dei pasti e l’organizzazione delle trasferte è stato stancante. Ma, guardandomi indietro, ascoltando tanti atleti che hanno vissuto con grande sofferenza la preparazione, io posso ritenermi estremamente fortunata…e la mia fortuna risiede nella competenza, nell’autorevolezza, nella conoscenza e nell’esperienza della mia preparatrice! Annalisa ha gestito ogni aspetto di questo percorso con equilibrio, competenza e rispetto del mio benessere. Ogni suo messaggio iniziava sempre (ed è così tutt’ora!) con “Come stai? Come ti senti?”, ha sempre ascoltato i miei feed back e fatto in modo di rendere questa strada, che con l’avvicinarsi del mondiale si faceva più ripida, meno tortuosa possibile.

Però ripeto: questo è stato possibile grazie al grandissimo lavoro fatto prima!
Imparare ad allenarsi e insegnare al corpo a gestire una soddisfacente quantità di calorie sono la chiave per gestire successivamente la preparazione nel modo più equilibrato possibile.

Il mondiale a Boston è stato veramente il “viaggio” più bello di sempre. Ho condiviso questa esperienza con il team italiano, del quale ero lusingatissima di fare parte, e con due amici che sono stati anche i miei “angeli custodi” durante tutta la stagione: Silvia B. e Nicolò F. 

Quando sono partita da casa, con indosso la tuta bianca e azzurra e il cuore pieno di emozione, non avevo nessuna aspettativa. Ero consapevole di tutta la mia follia e che stavo facendo il passo più lungo della gamba: era solamente la mia quarta gara in assoluto!
Quando l’aereo è decollato da Milano, nascosta sotto gli occhiali da sole, ho pianto: quello che era solo un sogno si stava realizzando. Dal primo palco a Cesena (con le gambe che tremavano visibilmente!) erano passati solo tre mesi e io, con due pro card in tasca, uno zainetto e l’inglese scolastico stavo andando in America a rappresentare il mio paese al mondiale!!!
Questa per me era già la vittoria!

In più, insieme a me, c’erano Silvia e Nicolò; due atleti di cui fino a un paio d’anni prima seguivo con ammirazione i successi agonistici e dai quali traevo ispirazione per il conseguimento dei miei obiettivi. Ora erano  e potevo chiamarli amici e condividere con loro questa esperienza!
Senza considerare tutti gli altri Atleti della squadra italiana che erano a Boston! Campioni e campionesse che ho seguito, ammirato e applaudito!
Avrei inoltre condiviso il palco con atlete bellissime e di grande esperienza che l’anno precedente avevo visto dal divano di casa… cosa potevo chiedere di più?

Le giornate trascorse a Boston resteranno per sempre indelebili dentro di me; la mattina della registrazione è stata un’emozione continua: ricevere la pro-card, il numero di gara, vedere dal vivo tutti gli atleti più competitivi al mondo, partecipare al meeting pre gara e alla riunione della squadra italiana… avevo vinto tutto!

La mattina della gara ricordo di essermi alzata (dopo una bella dormita), ho fatto i miei pasti, ho acconciato i capelli e video chiamato Annalisa. È stato un check molto emozionante… stavo vivendo quel sogno per “mano sua”, da lei avevo ricevuto le ali per volare e ora dovevo farlo meglio che potevo!

Una volta arrivata al luogo della gara l’attesa è stata piuttosto lunga e il back stage piuttosto piccolo, ma ero talmente felice di essere lì che importava poco!
La mia categoria era piuttosto numerosa e la tensione con il passare del tempo iniziava ad alzarsi. Io però avevo i miei angeli custodi, Silvia e Nicolò, che sono stati con me fino all’ultimo e poi sono scesi in platea a fare il tifo per me! (avevo vinto tutto pt.2!)

L’emozione di quel palco è indescrivibile, quel palco fin troppo grande per una “novellina” come me; quel palco sul quale risalirei altre mille volte: il cuore che batte veloce, i giudici che chiamano le pose in americano, l’odore del tan, il calore delle luci, l’adrenalina che ti ubriaca! 

I confronti sono durati parecchio e, terminata questa parte, ci hanno fatto uscire in attesa della comunicazione della top five. 
Io avevo già le scarpe in mano pronta per andare a festeggiare… e poi è successo: ero nelle prime cinque atlete al mondo! Io!!! L’ultima arrivata, partita da casa con uno zainetto e tanta emozione! Quando sono uscita per la routine di pose e la premiazione avevo un sorriso che toccava le orecchie!
Pensavo alla mia famiglia che mi stava seguendo da casa, pensavo ad Annalisa e Kristian che stavano guardando la diretta ed ero felice di essere riuscita a regalare loro questa emozione!
Ero felice perché avrei portato in Italia una medaglia che aveva un grande valore e in qualche modo, attraverso questo risultato, potevo dire grazie a tutti coloro che nel corso di quei mesi tanto impegnativi si erano spesi per me con una pazienza immensa.

Quando sono rientrata nel mio appartamento in compagnia della mia medaglia mi sono seduta sul letto in silenzio, l’ho guardata con gli occhi lucidi, e per la prima volta in vita mia mi sono data una bella “pacca sulla spalla”, per la prima volta in vita mia sono stata profondamente fiera di me stessa! Io e il mio zainetto potevamo rientrare in Italia portando a casa un pezzetto di America!

Il dopo gara

Credo che il modo migliore per concludere questo racconto sia accennare al “dopo”.
Quasi tutti coloro che si approcciano al mondo del body building agonistico si concentrano sulla gara e non pensano a cosa succede dopo la gara… ed è in questa fase che sorgono i problemi.

Io sono riuscita a vivere questo momento con estrema tranquillità ed equilibrio: la sera della gara e i due giorni successivi ho assaggiato alcuni cibi che desideravo provare (cheese burger, cheese cake, mashed potatoes, pumpkin pie…) ma non sono stata mai assalita da attacchi di fame incontrollata e non ho mai avuto l’istinto di buttarmi sul cibo. Una volta rientrata in Italia sono tornata alla mia routine quotidiana con naturalezza e seguendo le indicazioni di Annalisa che aveva impostato la reverse: abbiamo scaricato un po’ il volume dell’allenamento e proseguito con la risalita calorica per favorire un recupero sia neurale che fisico. Già a Boston stavo risalendo con le calorie, quindi, è stato tutto estremamente tranquillo e lineare; abbiamo portato avanti un cammino che era già stato iniziato precedentemente. Settimanalmente mandavo le foto dei check ad Annalisa e, più procedevo con le reverse, più spingevo in palestra; le calorie si alzavano e io mi sentivo sempre più forte. Questo mi ha permesso di recuperare tanto senza accumulare troppo grasso. Infatti, a distanza di due mesi dal mondiale, ero salita di circa 1/1,5kg e la performance in allenamento continuava (e continua) a migliorare.

Come ho detto più volte nel corso di questo articolo tutti i risultati che ho conseguito, la serenità con cui ho vissuto il percorso, l’equilibrio che mi ha accompagnata nel “dopo” non sono stati fortuna o dettati dal caso ma sono il frutto di un grande lavoro fatto prima, sono frutto della competenza, dell’esperienza, della conoscenza di un preparatore che sa cosa fare, quando, come e senza nessuna scorciatoia! Preparare un atleta per una gara di Natural Body Building non è uno scherzo e non è una passeggiata; il rischio di fare danni alla salute c’è ed è anche elevato. Io posso affermare con estrema sicurezza che il solo e unico modo per vivere nel modo più sereno ed equilibrato possibile questa avventura è affidarsi a un preparatore che abbia tutte queste capacità. Purtroppo, questo mondo è popolato da tanti “cioccolatai” che rovinano gli atleti e rovinano il Natural BB; io sono stata e sono estremamente fortunata perché ho l’immenso onore di collaborare con la migliore! Annalisa mi ha accolta nel Natural Peaking Team che ero secca e fragile, mi ha resa forte nel corpo e soprattutto nello spirito; mi ha presa per mano e mi ha accompagnata alla scoperta di me stessa, mi ha aiutata a risollevarmi da terra. La mia mamma, a Cesena, le ha detto “Grazie, perché mi ha restituito mia figlia”… ed è vero!

Quello fatto è stato (ed è tutt’ora) un meraviglioso percorso di formazione: ho imparato (e sto imparando) ad allenarmi per davvero e bene, ad esprimere intensità in allenamento e ad alimentarmi nel modo giusto; ma soprattutto ho imparato ad avere fiducia in me stessa, ho scoperto una “me” che non sapevo esistesse, ho trovato la mia dimensione e il contesto in cui mi sento finalmente viva.

Ripenso spesso a quella sera d’estate del 2016 nella quale, dopo il primo sguardo al sito di Annalisa, la mia testa mi ha spinta verso di lei. Da quel preciso istante il mio obiettivo è stato essere accettata nel Natural Peaking team, mi bastava essere seguita da Annalisa perché ero certa (ancora prima di conoscerla di persona) che fosse l’unica in grado di farmi ottenere ciò che desideravo: non parlo solo di un risultato estetico, ma faccio riferimento ad una crescita personale e interiore.

Quell’estate ho seguito l’istinto e, armata di testardaggine feroce, sono andata avanti a testa bassa perché dentro di me ero sicura di essere davanti a una persona/professionista unica ed eccezionale.

Non mi sono sbagliata. Oggi faccio parte di questo team d’elite, ho ottenuto dei risultati agonistici impensabili e (soprattutto) ho ritrovato me… anzi una versione forte di me!
La bella sensazione di sentirti nel posto giusto, con le persone giuste.

Oggi siamo all’inizio del 2025, con Annalisa abbiamo diversi progetti e obiettivi da perseguire. Alcuni sono piuttosto ambiziosi, io però sono estremamente tranquilla e curiosa di vivere tutto ciò che arriverà perché ho la guida più capace che potessi desiderare e sono supportata dal team migliore di sempre. Ho superato diverse difficoltà per arrivare qui ma rifarei tutto dall’inizio!

L’artista dei stata, sei e sarai tu, Annalisa!
Io continuerò a essere semplicemente creta nelle tue mani!

Benedetta – 2020 → 2024

Benedetta, back, 2020
Benedetta, back pose, 2024
Benedetta, front, 2020
Benedetta, front pose, 2024
Benedetta, side, 2020
Benedetta, side pose, 2024

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